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La luna di Plutone

Non tutti i mali vengono per nuocere. E' quello che deve avere pensato James Christy, astronomo dell'Osservatorio navale statunitense, scoprendo la luna di Plutone.

Era il 1978 e Christy si occupava delle caratteristiche orbitarie di Plutone, utilizzando uno "scanner stellare" per misurare i parametri oggetto di studio. L'astronomo statunitense poneva nello strumento una foto di Plutone, e su questa faceva le proprie misurazioni. Mentre stava per collocare l'ennesima immagine, si accorse che Plutone, invece di essere tondo, appariva un po' schiacciato, con una protuberanza più marcata da un lato. Pensò a una foto di cattiva qualità e decise di buttarla via e utilizzarne un'altra per avere misurazioni più precise. La sorte volle però cambiare il corso delle cose. Lo scanner si bloccò e Christy dovette chiamare un tecnico per aggiustare la macchina. Questi venne subito, ma impiegò un'oretta per rimettere a posto il marchingegno. In quest'ora gli occhi di Christy cambiarono modo di vedere e quella foto, dapprima ritenuta un banale errore, diventò un rovello. L'astronomo, nell'attesa di riavere a disposizione lo scanner funzionante, passò in rassegna gli archivi iconografici su Plutone, e scoprì una foto sulla quale una mano ignota di un suo predecessore aveva scritto: "Immagine di Plutone. Allungata. Immagine cattiva. Eliminare". Scartabellando nelle varie annate, tra il 1965 e il 1970, trovò altre sei immagini simili, ed ebbe così la conferma della sua idea: la foto era corretta, e mostrava qualcosa che mai nessuno in precedenza aveva visto. Di lì in poi fu facile per Christy svelare l'esistenza della luna di Plutone, quella disturbante protuberanza, che aveva rovinato tante foto.

 

  

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