Dolci soluzioni per obesiCapita sempre più spesso, entrando in un bar, di vedere sul bancone, accanto alla zuccheriera, le bustine di dolcificante. La moda delle diete e il morfotipo ideale dei nostri tempi, che predilige le persone snelle, hanno in effetti diffuso sempre più l'uso dei dolcificanti in sostituzione del troppo calorico zucchero. Ben pochi, però, tra coloro che li usano sanno che i tre più noti dolcificanti del commercio, la saccarina, l'aspartame e il sodio ciclamato sono nati grazie a una dolce serendipità. SaccarinaIl più vecchio dei tre è la saccarina, che ha oltre un secolo di vita. Il merito del "parto" va a Ira Remsen, il più famoso chimico statunitense del secolo scorso e in particolare a un suo collaboratore, un tal Fahlberg. Sodio ciclamatoAncora più casuale è la scoperta del sodio ciclamato, avvenuta nei laboratori dell'Università dell'Illinois, nel 1937, a opera di Michael Sveda, uno studente che stava lavorando su un progetto sui sulfamati, composti che si pensava potessero avere qualche importante azione farmacologica. Sveda armeggiò tutto il giorno in laboratorio. Sul finire del pomeriggio, stanco per il lavoro, si accese una sigaretta e la trovò stranamente dolciastra. Pensò che il sapore fosse dovuto allo zucchero probabilmente rimasto sulle sue dita dopo il pasto. Ma capì ben presto che ciò era impossibile, perché dopo il pasto si era lavato più volte le mani. AspartameSe una sigaretta fece nascere il sodio ciclamato, a dare i natali al ben più noto aspartame fu un pezzo di carta, nel dicembre 1965, durante gli esperimenti condotti per valutare l'efficacia come antiulcera di alcuni composti proteici. Racconta James Schlatter, il chimico che fece la scoperta: "Stavo ricristallizzando l'aspartame, quando la mistura uscì dal contenitore. Il risultato finale fu che la polvere cadde sulle mie dita. |
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