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Le pentole non attaccano grazie all’atomica: il potere del Teflon

E' il materiale antiaderente delle pentole usate oggi per cucinare, ma serve anche per costruire le valvole cardiache. E' il Teflon, che ha alle spalle una storia curiosa, che merita di essere raccontata.

Il padre del Teflon è Roy Plunkett, chimico della Du Pont che, alla fine degli anni trenta era impegnato nella ricerca di un gas refrigerante per i frigoriferi che non fosse tossico, e fosse inodoro. Erano arrivate in laboratorio alcune taniche di tetrafluoroetilene, un gas che poteva prestarsi alle necessità di Plunkett. Il chimico aprì la prima tanica, ma non uscì neppure un po' di gas. Eppure il peso del contenitore indicava che il gas doveva esserci. Invece di buttare la tanica apparentemente vuota e usarne un'altra, Plunkett, incuriosito, approfondì l'indagine. Scoperchiò il contenitore e vide una polevere bianca al suo interno. Pensò subito che le molecole del gas si fossero combinate e quindi polimerizzate con qualcos'altro, per formare il nuovo materiale.

La polevere venne analizzata. Aveva proprietà straordinarie: era completamente inerte, era resistente al calore, non era intaccata dagli acidi, dalle basi e nessuno dei solventi usati riusciva a intaccarla. Aveva un unico difetto: la sua produzione, visto il procedimento utilizzato, era costosissima, tanto che il progetto di introdurla sul mercato venne abbandonato, perché ritenuto non redditizio. Il generale Leslie Groves, responsabile del progetto americano per la bomba atomica, venne però a conoscenza delle proprietà miracolose del Teflon e intuì che il materiale aveva le caratteristiche ideali per essere utilizzato nella costruzione della bomba atomica. La Du Pont fece osservare al generale gli alti costi della produzione, ma Groves rispose che il progetto per il quale doveva essere usato il nuovo polimero non aveva prezzo. Così iniziò la carriera del Teflon, mentre nessuno, tra la gente comune, sapeva neppure della sua esistenza. Solo negli anni sessanta, infatti, i costi di produzione scesero a tal punto da rendere commerciabile il polimero, che trovò dapprima applicazione come materiale antiaderente in cucina, ma che venne poi applicato in molti campi, confermando in ogni occasione le sue straordinarie doti.

Plunkett, insomma, non ha risolto il problema di trovare un nuovo materiale refrigerante, obiettivo delle sue ricerche, ma ha consentito alla Du Pont di guadagnare un miliardo di dollari, vendendo il Teflon.

 

  

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