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William Perkin e il rosso porpora

William Perkin, alla metà del secolo scorso, nel suo lavoro di chimico era assillato da un pensiero: riuscire a sintetizzare in laboratorio il chinino, l'unico farmaco efficace contro la malaria. Ottenere il farmaco in laboratorio voleva dire liberarsi dalla dipendenza delle piantagioni di cincona, da cui il farmaco veniva estratto.

L'idea di Perkin era partire dalla toluidina, aggiungendo a questa gli atomi di carbonio e di idrogeno indispensabili per "mimare" il chinino. Nel corso dei numerosi tentativi, Perkin usò il potassio dicromato come agente ossidante. Il risultato della reazione fu ben lontano dall'ottenere il desiderato chinino, ma portò a un inatteso color porpora. Perkin provò un'analoga reazione con l'anilina, ottenendo una soluzione purpurea, che analizzò.

Scoprì così che il rosso porpora ottenuto riusciva a colorare i tessuti in maniera indelebile.

Nasceva l'era dei coloranti artificiali, che avrebbe trasformato l'industria tessile. Perkin abbandonò la sua promettente carriera universitaria e fondò un'azienda per produrre il colorante, che ebbe un successo straordinario. Il motivo sta in un fatto sovente trascurato: prima di Perkin e del suo colorante, il rosso porpora veniva ottenuto partendo da piccoli molluschi, presenti nel Mediterraneo, e per fare un grammo di colore occorrevano novemila molluschi. Il costo della porpora raggiungeva perciò prezzi folli, a tal punto che solo i re potevano permetterselo. Per questo il rosso porpora è storicamente il colore dei re e degli alti ecclesiastici.

  

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