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Scoperte da sogno

La serendipità può essere esercitata anche nel sogno. E' questa la lezione che viene da alcune scoperte che hanno avuto la scintilla iniziale da un sogno o comunque da un momento di astrazione completa dalla realtà, da quello che viene definito "sogno a occhi aperti".

Antesignano del curioso metodo di ricerca scientifica è Friedrich August Kekulè, il celebre chimico tedesco, allievo di Justus von Liebig. Kekulè ha rivoluzionato la chimica, scendendo al livello molecolare di struttura, scoprendo cioè come si dispongono gli atomi nelle varie molecole e queste nello spazio. Ebbene in due occasioni sarebbero stati i sogni a chiarire le idee al chimico di Darmstadt. In una prima occasione fu un sogno a occhi aperti fatto durante il viaggio su un bus londinese. Kekulè, assorto nei suoi pensieri, ebbe la chiara visione di come gli atomi potessero legarsi tra loro. Il secondo fu invece un sogno vero e proprio. Kekulè era a casa, al tavolo di lavoro, e stava scervellandosi per capire come potesse organizzarsi la molecola del benzene. Stanco di pensare a vuoto, senza arrivare a una soluzione, si mise davanti al caminetto e si addormentò. Nel sogno vide gli atomi che si legavano tra loro a formare una specie di serpente. A un certo punto il serpente si morse la coda, formando così un anello. Al risveglio il chimico tedesco ebbe l'illuminazione: la molecola di benzene può essere un anello. E così è.

Sulle orme di Kekulè, ma in tutt'altro campo, si muoverà una cinquantina d'anni dopo, nel 1921, Otto Loewi, fisiologo tedesco, che individuò il meccanismo di trasmissione degli impulsi nervosi, rivoluzionando la neurologia. Come fece? Bastarono due sogni: il primo era confuso e quando Loewi si svegliò al mattino non si ricordava più nulla di quanto accaduto nel sonno. Ma il giorno seguente il sogno si ripetè, e questa volta rimase ben chiaro in testa a Loewi che corse in laboratorio, fece l'esperimento suggeritogli dal sogno, e scoprì il meccanismo di trasmissione dell'impulso nervoso, per il quale ebbe il premio Nobel.

Le storie di Kekulè e Loewi possono lasciare perplessi: i due avrebbero potuto inventare la storia del sogno per rendere più affascinante e incredibile la propria scoperta. In effetti, se con Kekulè qualche dubbio rimane perché il chimico tedesco tirò fuori la storia del sogno molti anni dopo la scoperta dell'anello del benzene, per Loewi c'è la quasi assoluta certezza. Il fisiologo, infatti, informò la moglie del sogno, dicendole che gli aveva dato la soluzione ai suoi problemi e che doveva correre in laboratorio per verificare la sua idea.

Commenta Royston Roberts, noto chimico americano dell'Università del Texas, ad Austin, che ha dedicato un saggio alla serendipità, cui questo testo (Serendipity. Accidental discoveries in science. Wiley Science Edition, New York, 1989): "Nella mia esperienza, l'immaginazione e la memoria sono più attive nel sogno o nel dormiveglia. Io ho avuto raramente, se non mai, un'idea restando seduto nel mio ufficio in Università. Tali idee è più probabile che vengano nelle prime ore del mattino, su un aeroplano o un autobus, durante una camminata o mentre si è a un concerto".

E' la stessa tesi sostenuta da almeno due premi Nobel. Charles Town, Nobel per la fisica nel 1964, sosteneva che "il laser è nato una bella mattina di primavera in un parco di Washington, mentre stava guardando delle azalee, quando capì improvvisamente il modo di ottenere una forma purissima di onde elettromagnetiche.

Kary Mullis, premio Nobel per la Chimica nel 1993, l'inventore della reazione polimerasica a catena (in sigla PCR), che consente di amplificare un frammento minimo di DNA, rendendolo identificabile, racconta: "Ero al volante da tre ore. Stavo inoltrandomi nella Anderson Valley, avevo la mente sgombra da preoccupazioni e pensavo al mio lavoro. Da anni mi occupavo del DNA... e in particolare volevo trovare il modo di identificare facilmente le sequenze del DNA. Fu allora che ebbi l'illuminazione: la natura ha già pensato a ciò...". Un banale viaggio per il week-end è servito, insomma, a far scaturire un'idea che ha rivoluzionato completamente la ricerca in campo genetico, rendendo possibili tecniche e riscontri fino a pochi anni fa impensabili.

 

  

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