01/04/1997
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Tracce |
Tempo di
miracoli/1 Quelle lacrime
inspiegabili, ma reali Orazio la
Rocca
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L'Arcivescovo di Civitavecchia parla della Madonnina
miracolosa. E di quello che ha visto coi suoi occhi stringendo
tra le mani la statuetta. Alla vigilia del pronunciamento
ufficiale della Chiesa, la testimonianza di una fede
"ragionevole" in un'epoca chiusa nelle proprie anguste
misure
L'uomo davanti al miracolo: l'eterna lotta
tra ragione, fede e mistero. Da qualche tempo questa lotta
antica si è arricchita di un nuovo affascinante capitolo, la
grande attesa della proclamazione sulla veridicità di un
fenomeno che ha già affascinato milioni di persone, le
lacrimazioni (o presunte tali) della statua della Madonnina di
Civitavecchia. Sono vere? Sono false? Frutto di corale
suggestione? È tutto vero, ripetono sicure le migliaia di
fedeli che ormai ogni giorno vanno a pregare sul luogo dove
furono viste per la prima volta le lacrime di sangue sgorgare
dagli occhi della statuina, nella comunità di Pantano vicino a
Civitavecchia. Qualcuno si mostra scettico, e affida,
paradossalmente, il delicato quesito all'intervento della
magistratura con incomprensibili denunce (firmate dal
Codacons, sedicente associazione difesa dei consumatori),
definite «comiche» dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari.
«Prudenza», predicano invece le autorità vaticane, a partire
dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione
per la dottrina della Fede. «Spetta al Vescovo locale
pronunciarsi in merito e secondo coscienza», ha recentemente
ricordato lo stesso Cardinale custode dell'ortodossia
cattolica. Quel vescovo citato da Ratzinger si chiama Girolamo
Grillo, arcivescovo di Civitavecchia. La commissione teologica
da lui nominata per valutare il fenomeno sembra aver concluso
il suo lavoro. Al contrario della magistratura che, tra carte
bollate, denunce e analisi sul sangue raccolto dal volto della
statuina, sembra aver perso il classico bandolo della matassa.
Intanto l'opinione pubblica attende. I fedeli, anche se
convinti dell'autenticità del miracolo di Civitavecchia, si
aspettano una parola definitiva e ufficiale dalle autorità
ecclesiali. Cioè dal vescovo Grillo, l'uomo che dovrà
sciogliere definitivamente il mistero della
Madonnina.
Una bella responsabilità, vero
Monsignore? Certamente, una responsabilità enorme, ma
anche un grande onore - risponde il Vescovo di Civitavecchia
-. Vede, in questa storia, affascinante, misteriosa, per
taluni incomprensibile, c'è tanto mistero e tanta
responsabilità pastorale. Tante volte mi chiedo, specialmente
quando prego, quando celebro la messa o sono solo con i miei
pensieri, perché doveva capitare proprio a me. Perché il mio
destino si doveva incontrare con quella piccola Madonnina? Tra
i tanti perché che circondano questa storia, c'è anche questo
aspetto, che naturalmente interessa solo me, come uomo e come
pastore della Chiesa di Dio.
Eccellenza, il
cardinale Ratzinger ha ripetuto più volte che sarà lei a
pronunciare, in coscienza, l'ultima parola. Quando lo farà? Ci
vorrà ancora molto tempo? La commissione teologica sembra aver
terminato la sua analisi... È vero, i lavori della
commissione sono terminati. La documentazione è sul mio
tavolo. Ma, per favore, non chiedetemi date, scadenze. Non c'è
fretta.
I dubbi non sono del tutto
scomparsi? Non è questione di dubbi, ma di serietà. Al
di là delle mie personali convinzioni, in merito alle quali
ricordo che la Madonnina ha pianto tra le mie braccia e che
sono quindi un testimone diretto del fenomeno, io non mi
stanco di continuare a chiedere. Non mi accontento del lavoro
sin qui svolto, anche se ne sono soddisfatto. Continuo a
consultarmi, approfondisco, chiedo ad esperti, teologi di fama
internazionale, specialmente a quelli che per i più svariati
motivi non hanno potuto partecipare, benché invitati, al
lavoro della commissione teologica. Da più parti mi si chiede
chi sono questi teologi di fama da cui attendo ulteriori
approfondimenti. Per comprensibili motivi di riservatezza e
per permettere un lavoro sereno e lontano da eventuali
pressioni, non faccio nomi. Posso dire solo che sto facendo
ulteriori consultazioni.
Se non può dire nulla sulle
conclusioni a cui è arrivata la commissione teologica, potrà
almeno accennare ai criteri-base da cui i commissari teologici
da lei convocati hanno impostato la loro ricerca? I
membri della commissione avevano il compito di giudicare
eventi, episodi e fenomeni che il Vescovo aveva loro
sottoposto: come dire, spiegare un fatto, cioè le lacrime di
sangue sgorgate dagli occhi della Madonnina, che la
razionalità non spiega. Sui risultati finali della
commissione, ripeto, non posso ancora parlare. Saranno resi
noti a tempo debito. In coscienza, mi sento comunque di poter
affermare che le analisi fatte sul sangue raccolto dalla
statuina dagli specialisti delle università «Gemelli» e
«Sapienza» hanno dimostrato che non c'è stato nessun trucco.
Dirò di più. La statua della Madonnina è stata sottoposta
anche ad una accurata Tac, l'hanno esaminata punto per punto
in ben 41 sezioni. Tenga presente che alle analisi, oltre agli
specialisti delle due università, erano presenti anche
esponenti della magistratura. Sono state usate attrezzature
all'avanguardia e sofisticatissime: molti erano scettici e non
si fidavano, specialmente nei confronti dei tecnici del
Gemelli, un ateneo cattolico. Ebbene, alla fine il responso è
stato uno solo: le lacrimazioni di sangue non sono state
provocate da trucchi.
Allora bisogna credere per
forza al miracolo? Calma. Non sto parlando di miracoli.
Lo dirò quando sarà il momento. Vede, in tutta questa storia,
il più prudente e il più razionale sono proprio io, anche se
qualcuno tenderebbe a insinuare il contrario. All'inizio di
questa storia ero anche io fortemente scettico. Anzi, mi
rifiutavo di credere, anche perché un Vescovo, come tutti i
cristiani, per credere non ha bisogno di miracoli. Basta e
avanza il miracolo del ritorno alla vita di Gesù Cristo, morto
sulla croce e risorto dal sepolcro dopo tre
giorni.
Perché ora non è più scettico e difende la
Madonnina di Civitavecchia? Semplice: perché la
Madonnina ha lacrimato sangue anche nelle mie mani. Di fronte
alle prime lacrimazioni, avvenute nel giardino dei Gregori,
non avevo certezze, pur sapendo della serietà e della
correttezza della famiglia Gregori. Anzi, ero dubbioso,
diffidente. Confesso che ho pregato tanto per avere lumi,
indicazioni, certezze. Poi è arrivata quella lacrimazione, in
casa mia, mentre avevo tra le mani la statua. Come posso non
testimoniare questo? È la verità, l'ho visto con i miei occhi,
sono rimasto colpito, come furono colpiti tutti quelli che
quel giorno erano accanto a me. Lo possono testimoniare le
suore e i medici che insieme a me assistettero a quello
spettacolo. Stavo per avere un infarto. Mi emozionai come un
bambino, non lo nascondo e lo dico senza falsi pudori.
Sfiderei chiunque a vedere una statua che piange sangue, uno
spettacolo sconvolgente. Miracolo? Ancora non posso dirlo.
Chiarirò ufficialmente questo aspetto a tempo debito. Per ora
posso solo dire quello che i miei occhi hanno visto: dal volto
della statuina della Madonna ho visto uscire lacrime di
sangue. È la verità. In coscienza, non posso non
testimoniarlo.
Al di là del responso che lei
emetterà sul caso Civitavecchia, paradossalmente è esploso un
grande dibattito sul sacro e sui miracoli. Qualche studioso
sostiene che la grande attenzione verso fede, miracoli e
trascendenza lascerebbe la gente allo stadio infantile. Cosa
risponde? Sì, c'è grande dibattito intorno a questi
temi. E qualcuno sembra aver paura dei miracoli. È vero il
contrario, il vero credente non deve aver paura dei miracoli.
Ce lo insegna il Gesù dei Vangeli che, come scrive
l'evangelista Marco, all'inizio del suo ministero «guarì molti
che erano afflitti da varie malattie». E Pietro, nel suo primo
discorso a Pentecoste, parla di «Gesù di Nazareth, uomo
accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli,
prodigi e segni». I racconti dei miracoli raccolgono almeno il
47 per cento del materiale evangelico! Parlare dei Vangeli
senza i miracoli è praticamente impossibile. Perché, dunque,
avere paura del miracolo? Il Dio dei cristiani non è
certamente il Dio dei miracoli, ma è il Dio che compie anche i
miracoli. È questa la fede che ci guida. È questa la certezza
che spinge ad andare avanti un povero Vescovo come me, posto
per chissà quali fini davanti a un mistero inquietante e
affascinante allo stesso tempo.
Il vescovo Grillo va
avanti: ma l'uomo Grillo che fa? Che pensa in questi giorni di
attesa? L'uomo sente una grande responsabilità su di
sé. L'uomo, come il Vescovo, prega Dio, si aggrappa alla fede
per andare avanti. Sa che ha tanti occhi puntati addosso e
spesso si chiede «perché proprio a me?». Ma, chissà per quale
motivo, non ha mai tempo di rispondere a questa domanda perché
sa che è Lui che lo vuole.
*Vaticanista de la
Repubblica
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